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29 luglio 2016 § Lascia un commento

rufus wainwrightNapoli, 28 luglio 2016. Concerto dello “scandaloso” (la colpa è nell’aver scritto una canzone chiamata “Gay Messiah”, vergogna!) Rufus Wainwright, special guest Emma (che?), opening act EPO (bravi!). Svariate sciarpette (di Emma, superfluo dirlo) in vendita all’ingresso, ma pubblico non pervenuto, desolazione totale (Rufus nel mondo ovviamente suona alla Carnegie Hall di New York e pubblica con la Deutsche Grammophon, ma nemmeno ai tromboni cittadini “appassionati” di jazz e classica gli è venuto in mente di venirlo a vedere, magari avrebbero dovuto piazzarglielo in abbonamento teatrale). Considerata la massa di gente (trasversale, stranissima: crede di aver portato la prole a pascolare al villaggio vacanze, più che altro) che si alza e se ne va dopo due canzoni (2) che un’emozionatissima (!?) Emma cerca di cantare con Rufus, mi viene il sospetto di essere l’unico ad avere comprato il biglietto stasera (attenzione, sconto Massive Attack: in totale 10euri). A parte i maltrattati e beffati fan che con il dovuto anticipo hanno pagato il biglietto intero (poco meno di 50euri), chiaro, poveri fan a cui va tutta la mia solidarietà di categoria di appassionato di musica. Il concerto comunque è stato bello, e peccato per chi non c’era: scorre intimo e rilassato tra jazzate riproposizioni di Judy Garland, operistici brani propri e una chicca di pop immortale come “Hallelujah” del maestro Cohen (un modo per ringraziare Lorca, figlia di Leonard, che a Rufus ha “regalato” una figlia, Viva?), con il nostro – istrionico e divertente, dice che la prossima volta che verrà a Napoli si metterà nei guai – che si alterna tra piano e chitarra raccogliendo i meritati applausi. Buono anche il buffet rustico offerto da sollecite e gentili signorine che a quanto pare però avrebbero preferito Gigi D’Alessio. Nota sintomatica: è l’unico concerto di cui non abbia trovato la scaletta su setlist.fm il giorno dopo.

“nothing’s gonna change my world”

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