confini.

23 giugno 2023 § Lascia un commento

È un libro importante quello pubblicato dalla Monitor Edizioni di Napoli, non per altro vincitore del Premio Micheluzzi / Nuove Strade per il Comicon 2023 come “migliore autoproduzione”, un volume che partendo da una parola apparentemente statica ma in realtà multiforme cerca di darci qualche punto di vista e/o visione nuova attraverso il tratto e lo sguardo di quattro autori giovanissimi. Confini è la parola scelta, Confini è il titolo del volume: sì. ma cos’è un confine?

La cosa più semplice da fare sarebbe chiederne il significato a un’intelligenza artificiale a caso, concetto che tanto di moda va quest’oggi, magari impostando i parametri che più ci aggradano, in modo che la risposta sia quanto più vicina possibile ai nostri “gusti”. Ma davvero c’è da fidarsi? Davvero né Kubrick né il cyberpunk ci hanno insegnato nulla? Come fare a fidarsi del giudizio di un’intelligenza artificiale, giudizio peraltro nato da chi questa intelligenza artificiale ha nutrito e programmato? Il risultato sarebbe troppo politically correct, o al contrario troppo schierato? Il problema non è l’intelligenza artificiale, il problema è chi non sa più cosa significhi essere e restare umani: comunicare è umano, davvero non sappiamo più farlo?Ripetiamo la domanda, allora, insieme: cos’è un confine?

andrea de franco, “sopralluogo sulla sp57”.

Confine è un qualcosa che divide una cosa dall’altra, questo il significato che subito mette in moto il cervello, concentrandosi fin troppo sulla divisione, piuttosto che la vicinanza: a pensarci bene non c’è niente di più vicino di quello che confina con casa nostra, no? Potremmo quindi dividere la parola a metà, con un po’ di poesia, con-fine: un fine insieme, un obiettivo comune? Cambiare un significato, guardare una parola da un altro punto di vista, magari lateralmente, cambiare un paradigma mentale: cambiare la nostra vita, il mondo, alfine.

mario damiano, “diario di campo”.

In questo volume troviamo almeno quattro punti di vista degni di nota, o anche linee, a ciascuno la sua: una linea disperata, una linea avvolgente, una linea sporca, una linea chiara. Questi giovani autori declinano la parola confine ognuno a suo modo, mostrandoci ciò che divide/unisce da un’altra angolazione, ma niente storie di fantasia qui è tutto vero. Andrea De Franco ci racconta di un terreno che è stato campo di concentramento e adesso non lo è più, ma certo non basta questo a dimenticare ciò che è stato, un passato che non può essere né nascosto né dimenticato, un campo di concentramento resta tale per sempre nonostante si svuoti, la rimozione è impossibile, quel campo avrà sempre i suoi confini. Mario Damiano sottolinea drammaticamente di quanto possano essere diverse le storie migranti, e di come anche un ragazzo straniero voglia solo sognare un futuro migliore, qui il confine è quello dato da un campo di pomodori in cui si muore di fatica o peggio, un confine che può essere superato solo attraverso una storia, ma se non ci si sente protagonisti della propria storia cosa si fa, il rischio è altissimo. Federica Ferraro ci riporta indietro nel tempo a quando un quartiere era zona di guerra, e di come i residui di questo possano uccidere ancora, anche in questa storia il confine è preciso, c’è un muro che divide spazi ed esistenze, sembra sia diventato invisibile, eppure è ancora capace di fare quello per cui era stato tirato su. Adriana Marineo si tuffa in un mondo onirico, canino o umano non importa specificarlo, qui il confine è appunto tra più mondi, umano-animale-vegetale, onirico-reale, un confine che però si fa sempre più labile fino ad arrivare a sciogliersi su se stesso, quasi fosse una speranza dove ognuno capisce e diventa l’altro, in un’ispirata e aspirata fusione poetica. 

federica ferraro, “il muro”.

«Queste quattro storie sono state generate da intelligenze non artificiali. Le autrici e gli autori coinvolti sono tutti meridionali e non è un caso se le loro storie ci parlano di un territorio abbandonato e di soprusi di vario genere. Gli argomenti trattati sono spesso scomodi. Rimossi, dimenticati, nascosti. Sono storie di confini dal confine. Prima del buio, consoliamoci con queste storie che non hanno paura di mettere il dito dove fa male e ci spingono a non dimenticare», così finisce la presentazione del curatore Miguel Angel Valdivia, e così piace finire anche a noi. Buona lettura.

adriana marineo, “linoleum”.

scudetto.

10 Maggio 2023 § Lascia un commento

«Siamo emozionatissimi per questa edizione e questo record che non avrei mai immaginato di raggiungere quando nel 1998 organizzammo insieme a pochi amici la prima edizione di COMICON. Il nostro festival è frutto di un grande lavoro di squadra, pieno di giovani e ricco di entusiasmo. Oltre a occupare l’intera struttura fieristica con espositori e mostre legate alla Nona Arte, abbiamo invaso la città con 20 esposizioni nei principali istituti internazionali di cultura. Ogni giorno abbiamo avuto 600 collaboratori diretti e 400 esterni, e abbiamo occupato in via diretta 900 notti in strutture ricettive. Tanti i visitatori internazionali, come la delegazione del Governo Coreano con cui abbiamo siglato un accordo di collaborazione». Claudio Curcio, presidente di COMICON

illustrazione di Mirka Andolfo

Comicon 2023, 28 aprile – 1 maggio, XXXIII edizione, 4 giorni di fumetto, cinema e serie tv, videogame, gioco (bellissime certe architetture Lego allestite dai ragazzi di BrickOut), musica e cosplay; l’edizione più grande di sempre con numeri mai raggiunti: questa edizione si chiude infatti con un record di 170.000 visitatori distribuiti su oltre 30.000mq coperti, 50.000mq di spazio all’aperto, un teatro da 850 posti al coperto ed un’arena all’aperto da 5.500 posti a sedere, per non parlare dei 380 espositori, più di 300 ospiti, oltre 400 eventi e 7.000 accreditati tra i professionisti dei diversi settori. Un successo incredibile per l’International Pop Culture Festival di Napoli, una città che sembra essere in stato di grazia.

Luca Boschi

Sicuramente non tutto è filato liscio, la grazia dovuta alla stagione calcistica e lo scudetto praticamente assicurato ha messo a dura prova la città e chiunque abbia provato a fare qualcosa negli stessi giorni di una partita del Napoli: la domenica divisa tra calcio e cosplay in effetti ha riempito spazi e mezzi pubblici all’inverosimile, ma quanto è stato bello prendere un treno azzurro insieme a centinaia di appassionati cosplayer che in qualche caso si sono andati a mescolare a tifosi e ultras? Solo a Napoli, qui e adesso. Qualcuno si è lamentato, e pazienza, ma di certo i mezzi pubblici non sono di competenza dell’organizzazione del Comicon, se proprio si vuole fare qualche appunto c’è da dire che per un tale afflusso di gente bisogna escogitare un metodo che velocizzi l’entrata, non è possibile infatti che ragazzini e famiglie aspettino così tanto per entrare, e poi – per favore – più attenzione e cura per le mostre, la passione c’è e si vede, ma è fastidiosissimo leggere così tanti refusi in un pannello esplicativo.

Giorgio Cavazzano

Naturalmente con dimensioni così enormi non si è potuto fare tutto, le cose sono tante e noi siamo solo uno, si potrebbe dire parafrasando quel qualcuno molto amato, quindi il vostro Armadillo Furioso di quartiere più o meno vi scriverà solo di quello che è riuscito a vedere e godere. Le mostre, appunto, e partiamo da quella del Magister Giorgio Cavazzano, uno dei più celebri e innovativi disegnatori al mondo, famoso e tradotto in tutto il mondo per i suoi capolavori Disney ma conosciuto anche per serie umoristiche come Altai & Jonson creata con il mitologico Tiziano Sclavi; la sua mostra denominata Galassia Cavazzano. I mondi elastici di Giorgio Cavazzano ne ripercorre la carriera di eclettico creatore di universi in bilico fra realismo e deformazione plastica, con tavole originali, materiali pubblicitari, opere inedite, oggetti, disegni e fotografie. Da magister di questa edizione, Cavazzano ha inoltre curato 6 pezzi (poco) facili. Sei talenti per il fumetto italiano, ovvero: Daniele Caluri, Stefano Intini, Quasirosso, Giulio Rincione, Maurizio Rosenzweig, Greta Xella. Infine, Cavazzano ha anche realizzato la copertina variant di Topolino, omaggio esclusivo dedicato alle forti emozioni calcistiche che la città di Napoli sta attualmente vivendo grazie ai successi della propria squadra del cuore.

Brecht Vandenbroucke

Tra le principali mostre presenti alla Mostra d’Oltremare troviamo poi quella vietata ai minori di 18 anni perché dedicata a Le fiabe nel fumetto erotico italiano, la mostra su Jim Lee, The Italian Way, dedicata allo speciale rapporto che il talentuoso fumettista statunitense intrattiene con l’Italia, la mostra di Simone Bianchi – La musica dei corpi – artista che molto spesso ha incrociato la propria arte con la musica (vedi Caparezza), le surreali Shady Stories di Brecht Vandenbroucke, Odio tutti! Fumetti demotivazionali per sorridere meno (dai personalissimi racconti introspettivi di Caterina Costa e Wallie, alle parodie sociopolitiche a sfondo “religioso” di Don Alemanno, dall’oscuro alter ego di Percy Bertolini alle gelide freddure di Daw e di Pierz, fino al racconto dell’attualità attraverso l’umorismo disilluso di Claudio Marinaccio e ai meme falsamente allegri di Disegni Cinici) che raggiunge lo scopo con sarcasmo e ironia e infine, ultima ma non ultima, la commovente mostra dedicata allo scomparso ma non dimenticato Luca Boschi. Funambolo dell’editoria di fumetto. 

Lynch/Oz di Alexandre O. Philippe

Per quanto riguarda videogiochi, cultura asiatica, cinema e serie tv, come si diceva più su l’offerta è davvero enorme e non si può fare tutto, ma si è comunque riusciti a godere dell’ottimo documentario Lynch/Oz di Alexandre O. Philippe che in sei capitoli tematici affidati ognuno a un regista diverso viene spiegato e raccontato come il magico film di Victor Fleming con protagonista una giovanissima Judy Garland, Il Mago di Oz, abbia influenzato l’onirico e misterioso cinema del maestro David Lynch, una vera e propria chicca che il Comicon ha presentato in anteprima. Così come una gustosa anteprima è stata anche quella di Unicorn Wars del fumettista e regista spagnolo Alberto Vazquez, una feroce allegoria che mettendo unicorni contro orsetti ci racconta molto della guerra umana, visti i protagonisti si potrebbe pensare a qualcosa di dolce e carino, ma questo non potrebbe essere più lontano dal risultato finale, un film d’animazione splatter e sanguinolento che tra citazioni di Kubrick e derive lisergiche stupisce dicendo molto anche di crescita e rapporti familiari oltre che, appunto, di guerra.  

Unicorn Wars di Alberto Vazquez

Infine, menzione particolare ai banchetti dedicati all’autoproduzione che molto spesso nell’enormità di queste fiere mostrano cose più piccole, ma estremamente interessanti: vedi Confini, la raccolta di 4 storie a fumetti (Mario Damiano, Andrea De Franco, Federica Ferraglia, Adriana Marineo) curata da Miguel Angel Valdivia per la napoletana Monitor Edizioni e vincitore del Premio Micheluzzi Nuove Strade – Miglior Autoproduzione, e l’originalissimo “album ricordo” pubblicato da Barta Edizioni e assemblato con foto perdute e ritrovate su cui le artiste Gardums & Ki sono intervenute con scritte e disegni; oltre a queste opere, il vostro Armadillo sempre affamato e furioso si è portato a casa due piccoli gioiellini della meritevole Canicola di Bologna, Solitudine (stranianti geometrie di Josephin Ritschel) e La morte alla calcagna (colori acidi di Marko Turunen): sfogliateli, non potrete fare a meno di comprarli.

Confini, raccolta curata da Miguel Angel Valdivia

comicon22.

6 Maggio 2022 § Lascia un commento

Dopo 2 anni di stop inevitabile e forzato, il Comicon è tornato, bambini e bambine di 2 anni fa sono ormai cresciuti e non vedevano l’ora di tornare a sfilare con il proprio cosplay, che più che più che un costume è una vera e propria dichiarazione d’identità: non è Carnevale, ma la vita vera, e che male c’è se si vuole entrare in un videogioco per qualche giorno, sentirsi veri Masters Of The Universe con gioia e passione, può fare bene e aiutare anche nella vita vera, dove i grandi (?) adesso hanno quasi deciso che la guerra è un gioco, il mondo è andato sottosopra, quei pulsanti sganciano bombe vere, non l’hanno ancora capito?

Come già da qualche anno a questa parte, nonostante il nome che ingloba le nuvolette (non sempre comiche, attenzione, anzi), i fumetti sono adesso una parte per il tutto, e il Comicon si è fatto sempre più grande, diventando giustamente festival internazionale di pop culture, come recitato da sottotitolo apposito. Ecco quindi sfilare youtuber, tiktoker, gamer, cosplayer  e chi più ne ha più ne metta, non è certo un problema: tra gli stand può persino capitare di incontrare una modella di PlayBoy, o meglio una Suicide Girl, ragazza iper-tatuata dagli occhi blu e i capelli azzurri che nemmeno il più abile game designer saprebbe disegnare, tale Riae, italo-irlandese da 7 milioni (!!!) di follower, che se anche volesse vendere il suo calendario a solo 1euro ne avrebbe da sfamare generazioni e generazioni, ragazzi e ragazze la guardano estasiati, lei risponde con dolcezza conturbante e non si sa se essere più sorpresi o che:  il fumetto è già sold-out, bellezza! Accanto a lei, gli animaletti tenero-pucciosi di Immanuel Casto, e va bene così.

Ma comunque qui i giochi ci sono per tutti i gusti, distese e distese di tavoli, giocattoli, carte e dadi, per non parlare degli schermi, delle mazzate in gommapiuma, e addirittura un alquanto rumoroso pit-stop in tempo reale su cui un grande come Leo Ortolani riesce persino a scherzare: lui è lì che parla dello spazio eccetera e gli tocca di sentirsi trapanare il cervello da jingle fin troppo realistici, pare di aver la casa  in ristrutturazione, ma pure di più, manco fossimo a un concerto di palazzi nuovi che crollano, eh.

Si ride lo stesso comunque, anche con Valerio Lundini che omaggia con piatto tipico napoletano la super tonica simpatica Andrea Delogu, piatto bianco e intonso, perfetto, Andrea è commossa, nonostante fino a qualche momento prima ci stia parlando del suo romanzo che incuriosisce fin dalla copertina: un cerbiatto Bambi che vuole uccidere il cacciatore che ha ucciso la sua mamma, il contrappasso è più che giusto, accucciato ai suoi piedi un lupo/volpe in surreale pacifica consistenza, hanno entrambi gli occhi rossi e questo la dice già lunga, sono oscuri, Andrea ci racconta questo: uomini che muoiono della stessa morte che infliggono a poveri e incolpevoli animali, manco fossimo in una puntata di Black Mirror, distopia sicuramente da leggere, incuriosisce, la Delogu sa il fatto suo, capelli fiammeggianti in coda di cavallo, si vede subito.

Poi c’è lo Zero più famoso di tutti, quello senza Calcare, un po’ scazzato e strappato (lungo i bordi) per il concerto degli amici saltato, e come dargli torto, la burocrazia è cosa più inutile che ci sia, soprattutto se manda all’aria il lavoro di mesi causa maledetta pioggia improvvisa e mancanza di empatia, per non parlare della comprensione (intellettiva), e vabè, pazienza, c’è comunque Michele che ci racconta di concerti dove la musica non è solo musica, ma anche attività sociale e soprattutto lotta, attento che arrivano i nazi, tocca pure fare a botte, ma almeno ci godiamo un po’ di musica sana e buona, anche allo storico Mamamu napoletano, dove il Dr. Pira e Kenobit ci danno dentro col metal a 8-bit, fantastico, mentre in strada impazzano fuochi d’artificio e Madonna dell’Arco, la strada è chiusa – come altri incolpevoli locali – e questa è Napule, ma nel caso potete sempre godervi anche un po’ di immancabile k/j-pop all’Asian Village, tra manga anime idol, tirando nel frattempo su del buon ramen preconfezionato, mamma e papà non vi diranno nulla, l’importante è non fare troppo rumore, neanche se vi mettete a disegnare.

E infine le mostre, messe su dal Magister Davide Toffolo, El Tofo per fan e amici, unico essere vestito da Yeti anche in estate, è giusto che sia così, speriamo la guerra prima o poi finisca, ma un’adolescenza è per sempre, ce lo raccontano le immagini assai curate, quelle coi nomi più strani e le storie più belle, questi non sono certo fumettibrutti, cercatevele, c’è anche un multiforme squalo che prima ti diverti e poi sbrocchi, a piacere vostro, senza dimenticare maestri come Cronenberg, d’altronde perché continuare a venire al Comicon e s/vagare finalmente libero senza mascherina, come il Pulcinella dell’altro maestro Miller,  nonostante il mezzo del cammin di nostra vita sia passato da un pezzo: continuare a cercare le storie, è questo, adolescenti per sempre, nonostante il tempo che passa e scorre via, sempre più mancante, si vorrebbe leggere e divorare tutto, ma come si fa, per adesso quindi ci si accontenta di un solo meritevole BeccoGiallo, le foto straordinarie disegnate da Elleni, poi si vedrà, loro sono tanti tu uno solo, ricordati che…  Eppure se volete mandarmi un volume, sempre a disposizione, il vostro umile sottoscritto ne parlerà sempre, bene, e appassionato soprattutto, grazie dell’attenzione, sì.  

comicon.

2 Maggio 2018 § Lascia un commento

miguelangelmartin - brianthebrain @ comicon 2018Videogiochi e fumetti, di questo perlopiù si è nutrita la mia solitaria infanzia/adolescenza, fino al punto in cui poi sono arrivati la musica e i libri e tutto il resto a cambiare un po’ di cose e a relegare supereroi e giochini in un angolo minimo e nascosto della mia vita. E allora mi chiedo perché ogni anno, felice come un bambino, continuo comunque a tornare al Comicon, cercando di esserci il più possibile, di non perdermi niente, e di godermi tutta questa vasta immensità ludica. Deve essere proprio questo il punto, penso, ricordarsi di quando si era ragazzini e tornare in quello spazio/tempo almeno per qualche giorno, sperare e sognare di poter essere ancora come una volta, al di là della vita più o meno complicata che ognuno di noi si ritrova a vivere, perdendosi nel felice caos infinito di fumetti e avventure di ogni tipo. Forse non sarà proprio come prima, ma è pur sempre bello ed emozionante. Tra mostre e incontri di vario tipo, quest’anno sono addirittura riuscito a tornarmene a casa con un disegnetto (anzi ben due!), e coincidenza vuole che l’autore sia proprio quel Miguel Angel Martin dal tratto così delicato e così crudele che vent’anni fa era uno degli ospiti d’onore di un Comicon che non a caso esordiva in un suggestivo e magico castello. A casa dei miei, tra cianfrusaglie e memorabilia varie, dovrei ancora avere un suo bel disegno dell’epoca, quando ancora non si doveva stare in fila per ore per uno sketch autografo su un fumetto appena comprato. C’era una volta… Curiosamente quindi il mio Comicon quest’anno si chiude così, con un Brian The Brain adolescente che mi indica un se stesso in giacca e cravatta. Come a dire che inevitabilmente il tempo passa, sì, ma poi ritorna sempre, come un cerchio che ti riporta e ti lega al te stesso più vero.

racconti.

27 novembre 2016 § Lascia un commento

«Mi perdo a osservare pile di libricini sottili, che sembrano quaderni di scuola, migliaia, uno sopra l’altro. Sono racconti, milioni di racconti che si intrecciano. A volte penso a questo fiume di storie, come le vedrebbe qualcuno di una civiltà aliena? Qualcuno che trovasse queste tracce del passato e pensasse: “Ecco, questo era l’uomo, in Giappone, nel XX secolo”. Speranze, lotte, desideri, delusioni, incertezze, viaggi, vittorie, sconfitte, catarsi. La fabbrica del sogno non cessa di rinnovarsi». (Igort, Quaderni giapponesi)
racconti

like, dilbert.

4 marzo 2016 § Lascia un commento

dilbert-futuro [scott adams]dilbert-mipiace [scott adams]

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