liberazione.

25 aprile 2018 § Lascia un commento

raccontare l’emozione di tornare a essere liberi… di una libertà che spesso dimentichiamo troppo facilmente, dandola per scontata. eppure c’è stato un tempo di libertà negate, in cui non era permessa neanche la semplicità di cose come stare in famiglia, ascoltare il canto degli uccelli, andare all’osteria con gli amici. ricordiamocelo sempre, quello che è stato e quello che siamo. buona liberazione a tutti, ora e sempre.
 
«”La guerra è finita”. Cominciammo a ripetercelo, vicendevolmente, dappertutto, per convincerci fanciullescamente che fosse proprio vero. Sorridenti, magri, ci abbracciavamo per le strade, ballavamo e cantavamo. Qualcuno prendeva di mira i simboli più appariscenti del fascismo e così venne abbattuto anche l’omone di marmo di piazza della Vittoria, quello a cui era già stato tagliato il pisello. Le strade della città erano piene di gente armata, partigiani e operai. Molti avevano i fazzoletti rossi al collo; altri, pochi, verdi. In attesa dei piatti sostanziosi della cena, l’oste portò sui nostri tavoli grandi taglieri con salame che non vedevamo da anni e dell’ottimo pane bianco fresco. Un sogno da mille e una notte. Quella sera di salame ne mangiai così tanto e così tanto che poi, per oltre vent’anni, non riuscii più neppure a sopportarne il profumo». (dal diario di Piero Campisi)

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